Smart working, ovvero lavorare da casa: un modo ormai necessario in questi tempi. Quali sono i suoi benefici e quali sono, invece, i rischi? Scopriamo di più!
Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più e, infatti, sono molti i giovani (e non solo) che si dedicano allo smart working per avviare la propria attività professionale. Invece in tempi più duri, ad esempio quelli della proliferazione di coronavirus Covid-19, questa pratica risulta essere molto utile. Ma di che cosa si tratta nello specifico? Questa attività rappresenta letteralmente il lavoro da casa: si può lavorare, quindi, direttamente dalla propria abitazione.
Lavorare da casa ha sicuramente molti lati positivi, in particolare quando ci sono dei problemi a raggiungere il posto di lavoro (vedi l’emergenza sanitaria), ma non sono da meno i rischi che si corrono. Scopriamo, quindi, quali sono i pro e i contro di questa tipologia di lavoro!
La definizione di smart working
Innanzitutto, è opportuno dare la definizione di smart working (mi raccomando non smartworking senza spazio). In italiano è tradotto come “lavoro agile” e si tratta, come riportato dall’ordinamento legislativo italiano, di “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa“. In Italia lo smart working è già molto diffuso, e lo sarà sempre di più in futuro
Smart working: quali sono i benefici
Lavorare senza doversi recare in ufficio e seguire degli orari prestabiliti ha sicuramente i suoi vantaggi. L’orario e il luogo, ad esempio, sono i primi benefici che lo smart working regala, anche se in casi di necessità questo problema non si pone.
Non abbiamo bisogno di impostare la sveglia troppo presto per poter arrivare puntualissimi in ufficio con l’ansia di dover timbrare; non dobbiamo affrontare lunghi viaggi in metro, treno, autobus o direttamente in macchina per poter andare in ufficio. Insomma, sono due particolari che possono davvero fare la differenza: risparmiamo tempo, evitiamo lo stress degli spostamenti continui in mezzo al traffico e possiamo organizzarci anche in base ad altri impegni personali.
Ovviamente, dal momento in cui non ci sono orari, ci sono delle scadenze da rispettare. Quindi, l’organizzazione è fondamentale! E parlando di organizzazione, lo smart working è benefico specialmente per chi ha una famiglia e una casa di cui prendersi cura: lavorare tra le mura di casa o comunque in un coworking vicino alla propria abitazione, ci permette di programmare al meglio la giornata anche in base agli impegni familiari.
Smart working: quali sono i contro
Nonostante abbia molti lati positivi, lo smart working ha anche dei lati negativi. Ad esempio, lavorando da casa si ha una maggiore fonte di distrazione. Un altro punto a sfavore è lavorare con l’intera famiglia è in casa: ciò potrebbe decisamente creare confusione e il lavoro andrebbe sulle lunghe.
Un altro aspetto negativo è essere perennemente disponibili: lo smart working non ha orari, di conseguenza qualsiasi ora del giorno potrebbe ritornare utile per mettersi al lavoro. Anche la postazione è fondamentale: se lavoriamo molte ore davanti al computer, evitiamo divani e sedie scomode, ma acquistiamo una buona scrivania e una sedia ergonomica!
In certi casi, potrebbe addirittura aumentare il rischio di soffrire di burnout.
Lo smart working per le pubbliche amministrazioni
In un periodo di emergenza, come quella del coronavirus, anche le pubbliche amministrazioni si sono dotate di modalità di lavoro agile (smart work). Infatti dal 12 marzo 2020, come da DPCM, tutte le pubbliche amministrazioni italiane dovranno lavorare in smart working, fatta eccezione per i servizi indifferibili al pubblico.
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